C.A. Costruzione asistematica di "Il colpo non arriva mai da dove ce lo aspettiamo"

Libro editato in formato facsimile per Transfolía Express (2020)


C.A. nasce da una ricerca grafica applicata allo spazio scenico. Si sviluppa attraverso mappe spaziali che combinano la performance, l’installazione, la pittura e l’arte audiovisiva. Realizzate con il collage, le mappe vengono chiamate macchine (“Macchina disfunzionale di comunicazione o Macchina da guerra”, “Macchina di assorbimento  o di urbanizzarsi vale la pena”, “Macchina di Ossificare luminoso o di chiarificare la forma”). Nel processo di creazione nello spazio bidimensionale i disegni sono diventati autonomi generando un’opera organica che si è trasformata con il passare del tempo in un libro.

La confezione cartografica di un territorio con diverse offerte a disposizione di uno spettatore-lettore ci permette transitare per un territorio-macchina che è una moltitudine di frammenti  nei quali si può riconoscere un laboratorio sociale biopolitico, un corpo in fuga, un laboratorio di cucito, un centro di detenzione per migranti, un feed lot, un call center, una gamba piumata, una fabbrica, un videogioco, una palestra, un corpo educato – sfruttato -  sessualizzato -  capitalizzato.


Questa mappatura ci porta per tre zone:

Zona 1 Urbe / Zona 2 Selfie / Zona 3 Endoscopia

In ogni zona si trovano diversi circuiti di controllo, pulsanti (play/stop, ecc.) che sono al servizio del lettore e che operano como invito ad accettare, a frenare, ad aggiornare, a lasciare andare tutto o ad applaudire. Sono supporti di distensione, ricreazione o dilatazione corporale.

La logica del telecomando, con la sua iconografia, si incorpora alla cartografia, funzionando come segnaletica che fungerà da bussola per poter abitare e transitare attraverso la macchina-libro. Con l’obiettivo di apportare “chiarezza” si addossano a ogni macchina varie appendici. Questi organi alieni e periferici generano un corpo estraneo  che finisce per eccedere la sua unica missione, che era appunto quella di essere “chiaro”.